la risonanza magnetica nelle lesioni muscolari
Tempo di mondiali, tempo di infortuni eccellenti e tempo di discutere per l’ appunto di lesioni muscolari, argomento che in questo momento riempie le pagine dei quotidiani sportivi e tiene in ansia i tifosi. Qual è l’ entità del trauma, quanto tempo sarà necessario per il recupero, quante partite sarà assente? Lo sapete, l’ ho scritto più volte: difficilissimo fare una previsione soprattutto per i piccoli problemi, quelli definiti “risentimenti” o “contratture”. In questi casi l’ ecografia non aiuta, non riesce a vedere nulla! Ecco perché oggi gli atleti di èlite vengono sottoposti ad esame di risonanza magnetica che ha la capacità di evidenziare quegli stati di edema muscolare tipici di una sofferenza prima della lesione anatomica e di conseguenza fortemente a rischio se sottovalutati. La risonanza in pratica riesce a colmare proprio questo limite dell’ ecografia che resta negativa in assenza di danno della fibra e successivo versamento. Nel 2005 in occasione di un convegno sulle patologie del muscolo e del tendine già ne parlai: la risonanza ci può dare maggiori informazioni sullo stato del muscolo prima del danno ed evitarci di sbagliare la programmazione del recupero, ma al tempo (2005) la disponibilità di macchinari adeguati era molto scarsa ed i costi dell’ esame elevatissimi. Oggi, dieci anni dopo, la situazione è molto cambiata e macchinari e costi sono alla portata di tutti. Io, conscio delle insidie di un dolore ad una coscia o ad un polpaccio senza un evento traumatico importante, consiglio vivamente l’ esecuzione di una RM e sono convinto che questo esame soppianterà presto l’ ecografia nella diagnostica per immagini delle lesioni muscolari. Gli attuali campionati del mondo ce lo stanno confermando!
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